Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge recante delega al Governo per l'emanazione di un testo unico delle disposizioni in materia di contrasto patrimoniale della criminalità di tipo mafioso, che prevede il riordino della disciplina in materia di gestione, destinazione e trattamento tributario delle attività e dei beni sequestrati o confiscati a organizzazioni criminali, si inscrive nel quadro delle iniziative tese ad aggiornare, in termini coerenti con l'evoluzione economico-sociale, il novero degli istituti attraverso cui si realizza la lotta ai patrimoni delle organizzazioni criminali mafiose.
      Nel Paese è avvertita, com'è noto, l'esigenza di dare concretezza alla battaglia ai patrimoni mafiosi attraverso azioni e fatti che diano il segno e la dimostrazione tangibili che la mafia può essere sconfitta. Un siffatto obiettivo è raggiunto quando i beni illecitamente accumulati dalle organizzazioni criminali vengono sequestrati e confiscati, ma soprattutto quando essi vengono effettivamente destinati all'uso sociale e proficuamente utilizzati.
      La finalità della proposta di legge è dunque quella di rendere l'impianto normativo il più possibile adeguato allo scopo di pervenire, tempestivamente e nel rispetto

 

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delle garanzie di legge, alla concreta utilizzazione dei beni confiscati alle mafie da parte dei soggetti legittimati.
      Da questo punto di vista, la passata esperienza del Commissario straordinario del Governo per la gestione e la destinazione dei beni confiscati ad organizzazioni criminali è stata assolutamente decisiva per individuare le linee dell'intervento riformatore.
      Il citato Commissario, peraltro, in adempimento dei compiti attribuitigli dal decreto del Presidente della Repubblica 19 gennaio 2001, aveva elaborato importanti proposte al fine di assicurare la proficuità delle gestioni e l'effettività dell'uso sociale dei beni confiscati alle organizzazioni criminali.
      Anche l'esperienza dell'associazione «Libera» e dei consorzi nati per la gestione dei beni confiscati fornisce delle indicazioni preziose per valutare soprattutto l'utilizzo sociale e produttivo dei beni. Altrettanto può dirsi dell'attività della Direzione nazionale antimafia, che ha contribuito a verificare i punti di debolezza e di forza della normativa vigente e le nuove direttrici in base alle quali dare inizio ad una nuova fase legislativa.
      Con la presente proposta di legge si ritiene di offrire al Parlamento una valida base di discussione al fine di dare veste normativa a innovazioni necessarie per offrire adeguata risposta all'esigenza di riforma del settore.
      Tra le fonti cui si ispira la presente proposta di legge, va citato il fondamentale lavoro svolto dalla Commissione per la ricognizione e il riordino della normativa di contrasto della criminalità organizzata, presieduta dal professor Giovanni Fiandaca, e istituita con decreto del Ministro della giustizia, professor Giovanni Maria Flick, il 15 ottobre 1998.
      Sono due le esigenze principali a cui la proposta di legge intende dare risposta organica: 1) una procedura di sequestro e di confisca più efficiente; 2) una gestione dei beni e una loro riutilizzazione sociale ed economica più efficaci.
      Con la presente proposta di legge si raggiungerebbe lo scopo di fornire all'intera normativa un filo unitario che tracci un percorso continuo dal sequestro del bene fino al suo riutilizzo.
      Al Governo viene data delega per procedere ad individuare disposizioni finalizzate a disciplinare l'esecuzione del sequestro su beni mobili, crediti, beni immobili, beni registrati, beni aziendali organizzati per l'esercizio di un'impresa, azioni, quote sociali e strumenti finanziari dematerializzati, ivi compresi i titoli del debito pubblico. La medesima delega prevede, inoltre, che si proceda alla modifica e al riordino della disciplina vigente in materia di custodia e di gestione dei beni sequestrati o confiscati ad organizzazioni criminali, favorendo espressamente la destinazione e il riutilizzo sociale di essi.
      A questo fine si rende necessaria la creazione di un'Agenzia nazionale per la gestione e la destinazione dei beni sequestrati o confiscati a organizzazioni criminali, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e composta da rappresentanti di tutte le amministrazioni interessate. In sede periferica è prevista l'istituzione presso la prefettura-ufficio territoriale del Governo, ad iniziativa del prefetto, di un'agenzia provinciale per la gestione e la destinazione dei beni sequestrati o confiscati a organizzazioni criminali, presieduta dal prefetto e composta dal questore, dai comandanti provinciali dell'Arma dei carabinieri e del Corpo della guardia di finanza, dal direttore dell'Agenzia del demanio, dal presidente della sezione per le misure di prevenzione del tribunale, dal procuratore distrettuale antimafia, dal presidente dell'Ordine dei dottori commercialisti e da un rappresentante delle organizzazioni maggiormente rappresentative in sede provinciale dell'associazionismo e della cooperazione sociale impegnate nella lotta alla mafia.
      L'Agenzia nazionale, anche attraverso le sue articolazioni provinciali, ha i seguenti compiti: osservazione e analisi in merito ai beni e alle attività sequestrati o confiscati ad organizzazioni criminali; indirizzo in ordine a compendi patrimoniali
 

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o aziendali che sono situati sul territorio di diverse province; coordinamento delle attività delle agenzie provinciali e impulso in materia di assegnazione e di destinazione dei beni; programmazione su scala nazionale dell'inserimento dei beni confiscati (immobili e aziendali) all'interno delle politiche del sistema degli incentivi e dei piani di sviluppo economico e sociale del Paese, in particolare del Mezzogiorno d'Italia; individuazione e pianificazione delle possibili forme di finanziamento dei progetti, su indicazione dei comitati provinciali; garanzia della piena funzionalità e operatività delle banche dati e degli strumenti informatici, assicurando anche la massima trasparenza delle procedure di assegnazione dei beni. Sono anche previsti alcuni interventi correttivi della normativa vigente destinati, tra l'altro, a rendere obbligatoria l'azione di prevenzione nei confronti di indagati per associazione di tipo mafioso e a prevedere: l'estensione delle misure di prevenzione ad altre figure di reato; l'attribuzione al Procuratore nazionale antimafia e al procuratore distrettuale antimafia del potere di proposta delle misure di prevenzione patrimoniale; la prosecuzione delle procedure di prevenzione patrimoniale nei confronti degli eredi in caso di morte del preposto; la possibilità di assoggettare a sequestro e a confisca i beni dei mafiosi individuati successivamente. Restano ferme le norme vigenti sugli amministratori giudiziari e sul loro rapporto con il pubblico ministero e con i giudici della prevenzione nella delicata fase del sequestro e fino alla confisca; è previsto che, se necessario, l'amministratore resti anche nella fase che precede l'assegnazione del bene. L'Agenzia nazionale ha il compito di raccordare l'amministrazione del bene con le esigenze di una rapida definizione della vicenda giudiziaria e con la restituzione del bene alla collettività, nell'ambito di una procedura che salvaguardi le attribuzioni dell'autorità giudiziaria e le competenze specialistiche richieste per l'amministrazione di situazioni di rilevante contenuto economico.
      Nella proposta di legge si prevedono anche misure specifiche che consentano di gestire con più efficacia i beni confiscati, prevedendone la ristrutturazione prima dell'assegnazione, utilizzando fondi provenienti sempre dalle misure di prevenzione, assicurando la continuità nell'operatività delle imprese confiscate e definendo una normativa più puntuale sulla revoca della confisca.
      Si ritiene, inoltre, che i decreti legislativi adottati in attuazione della delega prevista dalla presente proposta di legge debbano affermare la centralità di alcuni princìpi, tra i quali si ricordano:

          a) l'assoluto divieto di vendita dei beni immobili confiscati definitivamente;

          b) la priorità, se non l'esclusività, dell'assegnazione e della destinazione sociale dei beni confiscati;

          c) una maggiore tutela dei provvedimenti di confisca definitiva, individuando tassativamente i casi specifici e i soggetti legittimati a proporre istanza di revisione e stabilendo appropriate garanzie laddove il bene sia già stato assegnato e destinato ad usi sociali;

          d) la necessità di consentire l'utilizzo delle intercettazioni di conversazioni o comunicazioni telefoniche e di altre forme di telecomunicazione per l'individuazione dei patrimoni illeciti;

          e) la riforma delle attribuzioni della direzione distrettuale antimafia e soprattutto della Direzione nazionale antimafia in questa materia, prevedendo, in particolare, che all'estensione del potere di proposta in capo al procuratore distrettuale antimafia corrisponda il potere, in capo al Procuratore nazionale antimafia, di coordinare l'azione delle direzioni distrettuali antimafia;

          f) la previsione esplicita del principio dell'obbligatorietà dell'azione di prevenzione antimafia;

          g) l'estensione delle misure di prevenzione antimafia a tutta una serie di delitti e, in particolare, ai delitti aggravati

 

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dalla finalità mafiosa, nonché alle ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa, in maniera che tale prevenzione raggiunga efficacemente la vasta area della contiguità che trae, anche indirettamente, profitto dalle attività illecite dell'associazione mafiosa;

          h) la possibilità di modificare la destinazione urbanistica o d'uso del bene sequestrato o confiscato in funzione della valorizzazione dello stesso o del suo uso per determinati scopi, tra i quali la tutela dell'ambiente e dell'eco-sistema;

          i) la necessità di affrontare il problema della concentrazione nelle sole direzioni distrettuali antimafia del potere di proposta;

          l) la necessità di rafforzare i poteri del Procuratore nazionale antimafia, attribuendo al medesimo facoltà e poteri di indagine nella materia della prevenzione patrimoniale antimafia, anche in un'ottica di coordinamento dell'attività delle direzioni distrettuali antimafia, sia nella fase di acquisizione degli elementi conoscitivi necessari alla formulazione della proposta, sia nella fase di presentazione della proposta stessa;

          m) la necessità di valutare, già in sede di delega, le conclusioni della ricordata «Commissione Fiandaca» e della commissione di studio del Commissario straordinario del Governo per la gestione e la destinazione dei beni confiscati in materia di tutela dei terzi;

          n) la necessità di istituire un albo nazionale degli amministratori con compiti di vigilanza e di prevedere gli obblighi dei medesimi amministratori nonché adeguate sanzioni in caso di violazioni;

          o) la necessità di istituire un'Agenzia nazionale per la gestione e la destinazione dei beni sequestrati o confiscati a organizzazioni criminali, con articolazioni a livello provinciale, fissandone le funzioni e i compiti.

 

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